Verderame
Autore Roberto Memoli
Anno 2017
VERDERAME è il progetto presentato da Roberto Memoli. Il lavoro è una riflessione sull’idea di “distorsione” e di “perdita”.
L’opera concentra la propria attenzione su un fenomeno che, nel suo inarrestabile procedere, sta radicalmente modificando il paesaggio - naturale, economico e sociale - del Salento: l’infezione da Xylella fastidiosa.
Il batterio, contro il quale non sono ancora stati individuati antagonisti efficaci, provoca una trombosi dei vasi linfatici di alcune piante, e in particolare delle due varietà colturali di olivo maggiormente diffuse in questa area geografica, decretando così una lenta, ma inevitabile, morte per disseccamento.
La riflessione dell’artista lo porta alla realizzazione di una performance sotto la forma di due installazioni, una sonora, l’altra visiva, che, nella loro separazione (alla prima manca totalmente la dimensione visiva, alla seconda quella sonora), evocano “quel sentimento comune di perdita” che segna il momento attuale; un tempo di “passaggio” che porta con sé delle “distorsioni”.
L’installazione sonora, che si richiama all’antica tradizione dei fuochi rituali nel giorno del solstizio d’inverno, confluita poi in quella cristiana del fuoco di Natale, è stata realizzata in una forma non replicabile esattamente il giorno del solstizio d’inverno del 2017, cioè il 21 dicembre in Piazza San Rocco, a Gagliano del Capo. Dalle 17:00 alle 24:00 è stata diffusa una composizione che si è sviluppata per sette ore.
Come un fuoco che arde e si consuma, ora dopo ora, il suono diffuso dall’impianto audio cambiava, con transizioni distese nel tempo, e bagnava tutta la piazza e il corso con i suoi suoni - una serie di field recording di diversi fuochi accesi misti a delle partiture elettroniche armonico/musicali - evocando e creando un “ambiente sonoro”, uno spazio invisibile.
L’installazione video registrata in formato MiniDV, esposta a Lastation durante la mostra di fine residenza, ritrae un tronco d’ulivo che arde emanando una fiamma blu/verde intensa, ottenuta lasciando immerso per qualche tempo il legno in un bagno di solfato di rame (detto localmente 'verderame').
Si tratta di un gesto simbolico: il solfato di rame, usato in agricoltura come antiparassitario, è sembrato essere, per un breve periodo, la soluzione all’infezione di Xylella; allo stesso tempo, il fuoco, usato in passato per propiziarsi il volere degli dei, è diventato un obbligo normativo, voluto dall’Unione Europea per limitare la diffusione del batterio.
Il fuoco, dunque, diviene base comune e ponte tra tempo passato e tempo attuale.
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Lavoro conclusivo del progetto di residenza semestrale “Indagine sulle terre estreme - Sino alla fine del mare 2017” per l’Associazione Ramdom con il supporto di SIAE / Sillumina.