Michele Tajariol / Ludovico Bomben
Michele Tajariol nasce a Pordenone nel 1985. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara, proseguendo la formazione in Giappone alla Tokyo Zokey University.
La sua iniziale ricerca lo porta ad affrontare il linguaggio della scultura attraverso la rivisitazione di oggetti che decontestualizzano spazi o luoghi affettivi. Un’idea di scultura che si basa sulla composizione di differenti materiali e oggetti comuni. L’identità di scultura-oggetto ha dirottato il linguaggio dell’artista verso l’uso di quest’ultima ad una finalità performativa e fotografica, in cui egli stesso mette a confronto corpo ed opera per una unica oggettualità di sintesi visiva.
Alcune delle più importanti esposizioni degli ultimi anni sono: Fusion Art Gallery, Torino. Palinsesti 2017, San Vito al Tagliamento. Not Only Decoration Vienna. Filando i remi, Galleria A. Pizzinato Pordenone. L’anello di Cupra, Museo di Fermo. Nuovi Orizzonti, Museo Revoltella Trieste. Intervallo di confidenza, GC.AC Galleria Comunale d’arte Contemporanea di Monfalcone. Walking, arte in cammino, Tolmezzo. Co:operation garnish, Baltimore Jewelry Center Gallery, Maryland, America. Ibidem, Fondazione Ado Furlan, Pordenone. 98ma Collettiva Giovani Artisti, Fondazione Bevilacqua La Masa. NASR, Kilowatt Festival, programma Kilow’art, Sansepolcro. JCE Jeune Création Européenne, ‘13-’15. Smuggling Anthologies ’13 ’15, MMSU Rijeka (Croazia), Idrija (Slovenia), Trieste Contemporanea (Italia). Premio Francesco Fabbri per le Arti Emergenti, Pieve di Soligo. Essere o non essere Premio Terna 05, Tempio di Adriano, Roma.
Ludovico Bomben nasce a Pordenone nel 1982. Consegue il diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia dopo aver frequentato il quadriennio di Decorazione.
La sua ricerca prende avvio con le installazioni ambientali luminose che mirano a destrutturare ambienti e luoghi quotidiani, scardinando le percezioni di chi abitualmente li frequenta. Negli ultimi anni di lavoro sposta l’attenzione dall’ambiente all’oggetto, concentrandosi nello studio dei rapporti tra materiale, linguaggio, forma e concetto. Quest’analisi lo conduce all’utilizzo di alcuni simboli appartenenti all’ambito del sacro che diventa nuovo territorio d’indagine. Tra proporzioni auree e rigore formale tenta una rilettura e ridefinizione dell’immagine sacra nel contemporaneo, mescolando antiche tradizioni a materiali industriali di nuova generazione.
Espone in varie sedi private e istituzionali tra cui la 54. Biennale d’arte di Venezia, il Talent Prize, Dolomiti Contemporanee, Fondazione Bevilacqua La Masa, il Tina B Festival di Praga, il Premio Fabbri, Villa Manin, CAREOF - Via Farini, il Museo Revoltella, Premio Cairo a Palazzo Reale a Milano, Premio Cramum.