Popà son tanto stanco

Autore Banadisa

Anno 2021

Popà son tanto stanco di Banadisa in collaborazione con Coro delle Mondine di Porporana


Il brano “Popà son tanto stanco” costituisce per l’artista Banadisa un primissimo esperimento di approccio alla scrittura del canto popolare e tradizionale.

La lente attraverso cui leggere il significato dell’opera si riconduce al concetto di “contaminazione”: il canto è accompagnato infatti da strumenti musicali come il “doundoun”, un tamburo basso di origini africane, dalle “congas” e altri shaker appartenenti alla cultura sudamericana ed infine da suoni digitali e campionati appartenenti alla sfera della musica elettronica.

Il paradigma di fondo si esplica nel pensiero che le espressioni artistiche popolari e tradizionali, se inserite all’interno di percorsi artistici contemporanei – quindi emancipate dalla loro condizione di mero “reperto storico” – possano trovare nuova vita e un rinnovato senso.

L’ispirazione, per quanto riguarda il brano “Popà son tanto stanco”, muove da un percorso di indagine sui canti tradizionali tipici della zona del Polesine – nel basso Veneto – in particolare attraverso la consultazione dell’opera etnografica ed etnomusicologica di Sergio Liberovici “Musiche tradizionali in Polesine” del 1968, che raccoglie in maniera minuziosa circa 90 registrazioni eseguite dal maestro stesso tra il Basso Polesine, nella zona del delta del fiume Po, e nell’Alto Polesine, quest’ultima terra natia dell’artista.

Banadisa scrive un testo politico, il cui tema centrale è il lavoro: il lavoro opprimente, il lavoro totalizzante nella quotidianità, il lavoro svolto in condizioni dure e di sfruttamento; è il grido di chi è stanco e non ritiene più sostenibile un’esistenza riversa in queste condizioni.
Il testo è inevitabilmente un invito a riflettere anche su quello che è oggi il mercato del lavoro e su quelle che sono oggi le condizioni di lavoro all’interno del sistema politico-economico-finanziario contemporaneo, un organismo che sembra aver ceduto definitivamente il passo alle logiche liberiste e capitaliste.

Come si può vedere nel video, l’esecuzione del brano è affidata – oltre che a Banadisa stesso ed ai musicisti che lo accompagnano – al Coro Delle Mondine di Porporana, un gruppo canoro ferrarese impegnato nel riproporre un repertorio di “canti di monda”, dunque canti eseguiti in passato dalle mondine – donne lavoratrici impiegate nelle risaie – che affrontano spesso tematiche quali l’emancipazione femminile e il diritto a condizioni di lavoro più dignitose.
Proprio in quest’ottica acquista senso la collaborazione, che pone un interessante punto d’incontro tra un’anima musicale più tradizionale ed una più sperimentale e contemporanea.

* L'audio del video, registrato in presa diretta, corrisponde fedelmente all'esecuzione dal vivo che è stata catturata durante le riprese del video.

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